N° 102
1.
Nel lontano 1870 il saggista e scrittore americano Charles Dudley
Warren ha scritto: “La politica crea strani compagni di letto”. Circa 150 anni
dopo quella frase è ancora attuale.
Prendiamo i tre uomini
che siedono allo stesso tavolo in un famoso ristorante di Washington in una
sera insolitamente calda. Fisicamente e caratterialmente non potrebbero essere
più diversi eppure sono riuniti insieme per qualcosa di più che una semplice
cena conviviale, qualcosa che potrebbe influenzare la vite di molte persone.
Henry Peter Gyrich è il Consigliere
del Presidente degli Stati Uniti per gli Affari Superumani, un uomo la cui
integrità personale non può essere messa in discussione. Ha passato quasi tutta
la sua vita da adulto al servizio del suo Paese animato da sincero spirito di
servizio ma come il personaggio interpretato da Jack Nicholson nel film “Codice
d’onore”, ha passato così tanto tempo a combattere da aver dimenticato perché
lo fa.
Sonny Burch è Il
Sottosegretario alla Sicurezza Interna per l’Intelligence e l’Analisi, un uomo
decisamente non bello, viscido, ambizioso, i cui vizi privati superano le sue
non eccezionali pubbliche virtù.
Arthur Woodman, Senatore
Anziano del Tennessee, è il Presidente della Commissione Ristretta sull’Intelligence
del Senato. Un uomo un po’ sovrappeso dallo sguardo duro e con fama di
severità.
Tre uomini uniti da
interessi comuni e ciascuno di loro ha un segreto che gli altri non conoscono.
-Quello che chiedi non è facile.- borbotta
Burch.
-Mi stai dicendo che non vuoi farlo, Sonny?-
ribatte Gyrich con voce gelida.
-Non ho detto questo.- replica l’altro -Ho
detto che non sarà facile. Dovrò spostare dei fondi da alcuni programmi.-
-La mia Commissione approverà lo stanziamento
se la questione sarà presentata come necessaria per la nostra sicurezza. Non
avrò alcun problema a convincere i miei colleghi della Maggioranza ed anche
qualcuno della Minoranza.- interviene Woodman -L’attacco di U.L.T.I.M.A.T.U.M.
e la questione dei cloni dell’Hydra hanno mandato tutti in fibrillazione.
-I cloni, già.- borbotta Burch -Una faccenda
davvero assurda che ci sta rendendo tutti paranoici. Se ne sta occupando una
task force congiunta tra S.H.I.E.L.D e F.B.S.A.-[1]
Gyrich
fa una smorfia e dice:
-Non mi piace molto che lo S.H.I.E.L.D. ficchi
il naso negli affari degli Stati Uniti.-
-Nick Fury e la sua gente sono i più
qualificati ad intervenire contro l’Hydra. La combattono da anni.- replica
Burch.-
-Ma non l’hanno mai sconfitta.-
-Semplicemente perché non è facile.- ribatte a
sua volta Woodman -Come il suo omologo mitologico, se ne tagli una testa ne
spuntano due. Fury è il solo che ne abbia contrastato i piani con successo, per
questo la mia commissione vota sempre a favore del contributo alla sua
organizzazione.-
Gyrich
non replica. Sonny Burch, invece, si alza.
-Bene, signori…- dice -… la cena era ottima ma
adesso devo salutarvi. Ho… uhm… un appuntamento importante.-
-A quest’ora?- esclama Woodman.
-Il mio lavoro non finisce praticamente mai.
Beh, scusatemi.-
Gli
altri due decidono di imitarlo e la piccola riunione si scioglie.
Mentre
i tre politici lasciano il locale, una giovane ed attraente donna dai lunghi
capelli biondi si alza a sua volta dal suo tavolo e dopo aver pagato il conto
esce all’aperto.
-Se ne sono appena andati.- dice parlando ad
un laringofono nascosto da un pendente al suo collo -Non posso seguirli tutti
ovviamente.-
<<Di Gyrich mi sto già occupando
io.>> replica una voce femminile attraverso un auricolare <<Burch
non è un problema, invece Woodman mi interessa. Se ha qualche segreto voglio
saperlo. Sai cosa fare,, Ursula.>>
Ursula
Armstrong, giornalista della sede locale della WFSK, sorride e replica:
-Non mi sfuggirà, stai tranquilla.-
Il
luogo è la città di Boston, capitale del Massachusetts, il luogo da cui partì,
oltre due secoli fa, la prima scintilla della Rivoluzione Americana. I pensieri
della giovane donna che indossa il costume di Capitan America non sono rivolti
alla storia ma alla massiccia figura davanti a lei: un uomo alto che indossa
una tuta rossa e la cui pelle è ricoperta di metallo e che nella mano destra
impugna un fucile di precisione e nella sinistra una specie di pistola.
Dalle
sue labbra è appena uscita una frase sprezzante:
-Mi dispiace, ragazza, ma non sei all’altezza
di Warhawk.-[2]
Un
attimo dopo dal suo fucile viene sparata una raffica di proiettili che però si
infrange sullo scudo di Cap.
-Questo è da vedere!- esclama lei
precipitandoglisi addosso.
Piombano
a terra e Capitan è sopra al suo avversario inchiodandolo al suolo premendogli
le ginocchia sul petto:
Sa chi è: Warhawk, alias
Mitchell Tanner, ex militare delle Forze Speciali che un esperimento che era la
sua migliore speranza di salvargli la vita da gravi ferite, ha dotato di una
pelle di metallo flessibile e di una forza superumana. In preda ad una forma
grave di stress postraumatico aveva disertato ed era diventato un super mercenario
che si era scontrato più volte con Iron Fist e gli X-Men. È davvero un
avversario difficile.
Liz Mace gli preme lo
scudo contro la gola.
-Scommetto che il tuo collo non è abbastanza
resistente da non essere spezzato dal mio scudo.- gli dice:
Warhawk
le rivolge uno sguardo strafottente e replica:
-Ed io scommetto che non hai il fegato di
farlo.-
Il
vantaggio di avere un costume intessuto con fibre di vibranio è che l’energia
cinetica di un proiettile viene in gran parte assorbita. In gran parte, non del
tutto, pensa Falcon mentre cade fa un tetto di Tyson in Virginia.
L’eroe
afroamericano si sente come se avesse ricevuto un calcio nella schiena ma
questo non gli impedisce di riprendere in tempo il controllo, spiegare le sue
ali artificiali e risalire.
Gli
hanno sparato dal tetto di una palazzina più alta di quella dove era appostato
il cecchino che stava per uccidere Nikki Adams e Edmond Atkinson.[3]
Falcon
aguzza la vista ed individua chi stava cercando: una donna in costume in piedi
sul ciglio di un tetto ed un fucile in pugno.
-Non è possibile, esclama sorpreso.
La
donna indossa una variante del costume appartenuto alla supereroina chiamata
Mimo, la defunta moglie di Occhio di Falco.
2.
Capitan America si morde le labbra per la frustrazione. Naturalmente
Warhawk ha colto nel segno: anche se ne fosse in grado, lei non userebbe mai il
suo scudo per ucciderlo. La lezione di Steve Rogers è molto semplice: deve
esserci un modo migliore e sta a lei trovarlo.
Warhawk approfitta del
suo momento di indecisione per scrollarsela di dosso e mentre Cap rotola
lontano impegna ancora la sua arma.
-Avresti dovuto uccidermi.- le dice -In guerra
non ci si può permettere di essere teneri con il nemico.-
-E sparare un razzo su un furgone con a bordo
persone disarmate sarebbe un atto di guerra? Non raccontarmi storie!- replica
Liz lanciando il suo scudo.
Il
fantastico oggetto compie un arco, colpisce la canna del fucile di Warhawk
spezzandola e poi torna nelle mani di Cap.
-Tu non sei un soldato Tanner.- afferma lei -Sei
un mercenario ed un assassino… ma stavolta hai fallito.-
-Che vuoi dire?-
-Guarda nel furgone.-
Perplesso
Warhawk si avvicina al mezzo rovesciato e guarda all’interno attraverso lo
squarcio provocato dal suo missile.
-È vuoto!- esclama..
Un’auto
piuttosto anonima raggiunge un piccolo aeroporto poco fuori Boston e ne
scendono, J. William Mace e sua moglie Dorothy assieme al colonnello
dell’Esercito Carolyn “Cary” St. Lawrence. Con loro anche un afroamericano ed
un bianco vestiti di scuro.
-Ha funzionato.- commenta il nero -Hanno preso
di mira il furgone ignorando che era vuoto.-
-E l’autista?- chiede Dorothy Mace.
-Niente autista.- risponde il bianco -Era un
modello guidato in remoto concessoci dallo S.H.I.E.L.D. grazie a Capitan
America.-
-Continua a non piacermi l’idea di scappare
così, senza nemmeno sapere che ne è della mia figlia minore.- interviene Will
Mace.
Per
tacere della maggiore nelle vesti di Capitan America, pensa ma non lo dice.
-Meglio che essere uccisi non crede?- ribatte
il nero.
-Dove ci porterete?- chiede ancora Dorothy.
-Lo saprete quando ci sarete.- risponde
l’agente federale bianco accompagnandoli verso un piccolo aereo che aspetta
poco lontano.
La
donna bionda con il costume blu e bianco con la parte superiore del volto
coperta da ampi occhiali a specchio non si scompone e prende di mira Falcon con
un fucile dall’aspetto futuristico.
Il
colpo parte ma il bersaglio è sparito. La donna si volta di scatto ma troppo
tardi: Falcon è arrivato alle sue spalle e con il suo rostro le strappa la sua
arma.
-Chi sei?- le chiede con durezza -Perché
indossi il costume di Mimo?-
-Non so chi sia Mimo.- replica lei con
freddezza -Io sono la Cacciatrice.-
Getta
qualcosa a terra e subito dopo ecco un lampo seguito da un rumore intenso.
Falcon si porta le mani alle orecchie. Non vede la donna ma la sente.
-Niente di personale, è solo lavoro.-
Lo
stridio di un falco echeggia all’improvviso seguito dal grido di una donna. Sam
Wilson sbatte gli occhi mentre la vista gli ritorna mostrando la donna che si
tiene la mano destra lacerata dagli artigli di Redwing.
-Bravo amico mio. Ora, ragazza, dimmi…-
Il
rumore di uno sparo interrompe Falcon.
-Nikki, maledizione!- esclama sollevandosi in
volo.
3.
La
voce di Capitan America risuona forte e chiara nelle orecchie di Mitchell
Tanner:
-Hai fallito, Warhawk. Credevi davvero che non
avessi previsto le mosse dei tuoi padroni? Non sono poi così furbi non credi?-
Warhawk
si gira rapidamente. Nella sua mano una pistola ma non fa in tempo a sparare.
Una detonazione echeggia e l’arma gli salta di mano.
Da
un elicottero sopra le loro teste Cary St. Lawrence con in mano un fucile da
cecchini sorride. Avrebbe preferito colpire la testa di Warhawk ma va bene lo
stesso.
Al
di sotto Tanner si lancia su Cap ma lei lo evita, si getta a terra, gli fa lo
sgambetto, e prima che si rialzi lo colpisce con lo scudo. Una volta, due, tre.
Warhawk barcolla ma ancora non cade.
Liz Mace continua a
colpirlo. La rabbia per il tentato omicidio dei suoi genitori scorre senza
freni e pelle metallizzata o meno il suo avversario alla fine cede e crolla in
ginocchio.
Per un attimo Cap
considera l’idea di colpirlo ancora, poi abbassa lo scudo e dice:
-È tutto vostro.-
La
scena si è riempita di agenti della Polizia di Boston e di agenti in borghese.
Tra loro un asiatico.
-Agente Speciale David Sum F.B.S.A.- si
presenta -Lo prendiamo in consegna noi.-
-Ve lo lascio con piacere.- replica Cap
-Magari riuscirete a farlo parlare dei suoi committenti.-
-Ne dubito. Da quel che so di lui, è un duro.-
-Gli altri prigionieri, forse….-
-Parla di quelli che ha catturato stamattina?[4]
Spiacente, Capitano: ho appena saputo che sono morti tutti. Chiunque li abbia
mandati è riuscito a raggiungerli anche nelle loro celle.-
Liz
sospira. Il nemico è potente e determinato ma lei lo è di più.
Le
ali artificiali disegnate da T’Challa, sovrano del Wakanda e genio
dell’ingegneria, portano Falcon sul tetto dove era appostato il cecchino che ha
fermato prima che sparasse a Nikki Adams ed al suo amico dell’ufficio del DNI[5]
ma di lui non c’è più traccia e scommetterebbe che anche la cosiddetta
Cacciatrice è scomparsa. Lo sparo era solo una diversione per permetterle di
fuggire dopo il fallimento dell’agguato. L’istinto gli dice che presto o tardi
li rivedrà entrambi ma ora ha altro a cui pensare.
Il
suo volo termina proprio di fronte ai due mancati bersagli.
-Falcon!- esclama Edmond Atkinson -Allora
dobbiamo a te se siamo salvi.-
-Potete ritenervi fortunati che fossi qui. A
quanto pare, c’è una talpa nel suo ufficio, Mr. Atkinson. Chiunque volesse
morti lei e Miss Adams sapeva dove sareste stati e quando.-
-Già, qualcuno che ha trovato un accesso alle
mie mail.- commenta Atkinson -Dovremo stare molto attenti..-
-Beh, pare che siamo ben protetti.- interviene
Nikki.
Falcon sente l’intensità
dello sguardo indagatore della donna. Nikki non è una stupida e probabilmente
sospetta.
-Scusate.- dice -Ho una cosa da fare.-
Vola
via e ritorna sul tetto du cui si è scontrato con la Cacciatrice e trova quello
che sperava: sangue che la donna ha perso quando Redwing l’ha graffiata. Non è
molto ma dovrebbe bastare a togliergli almeno un dubbio.
Più a Nord della
Capitale, nella città di Boston, una giovane donna bionda osserva la luna
appena sorta mentre indulge in cupi pensieri.
-Naturalmente stai pensando a tua sorella.- le
si rivolge una donna dai corti capelli castani.
-Naturalmente.- replica Elizabeth Mary Mace
-C’è qualcosa che mi sfugge in questa faccenda.-
-Ovvero?- chiede Carolyn St. Lawrence.
-Qualcuno ha rapito Bobbi, poi, a quanto
sembra, qualcun altro è intervenuto, ha eliminato i rapitori e portato via
Bobbi.-
-E tu ti stai chiedendo perché, se l’ha
liberata, non l’ha ancora riportata a casa?-
-Proprio così. Che sta succedendo? Chi ha
salvato Bobbi,… se davvero è stato un salvataggio? E perché? Ho la sensazione
che la risposta a queste domande non mi piacerà.-
-Ma questo non ti impedirà di cercarle, lo
sappiamo entrambe. Non ci fermeremo finché non le avremo trovate e tua sorella
con esse.-
-Ci?-
-Le tue battaglie sono le mie.
Liz
sorride ed abbraccia Cary. Le domande aspetteranno il giorno dopo.
4.
L’ultima cosa che Boss
Morgan si aspettava è di essere svegliato da un’irruzione della polizia nel suo
appartamento di Harlem ed invece è esattamente quello che accade. Un discreto
numero di poliziotti e perfino di agenti federali con le armi puntate su di lui
è attorno al suo letto e le due ragazze che sono con lui, una bianca bionda ed
un’asiatica, cinese o forse coreana, strillano.
-Che diavolo sta succedendo?- chiede lui, sorpreso.
-Paul Hadley Morgan lei è in arresto.- dice un
giovane ben vestito con gli occhiali -Ha il diritto di restare in silenzio…-
La
lettura dei diritti continua mentre a Morgan ed alle ragazze viene permesso di
rivestirsi. Solo allora il boss afroamericano viene ammanettato.
Il
Sergente Lou Snider del 28° Distretto del Dipartimento di Polizia cittadina lo
guarda e gli chiede:
-Hai qualcosa da dire, Morgan?-
-Voglio il mio avvocato.- è la sola risposta.
Se c’è una cosa che il
massiccio avvocato afroamericano Big Ben Donovan odia è essere svegliato nel
cuore della notte ed ancor più essere disturbato quando, invece di dormire, è
impegnato in altre piacevoli attività ma quando risponde alla telefonata che è
appena arrivata, il suo umore peggiora decisamente.
-Cosa?- esclama sorpreso -Ok, ho capito. Mi
raccomando. Tieni la bocca chiusa fino al mio arrivo.-
-Guai?- gli chiede la sua compagna di letto,
la dottoressa afroamericana Claire Temple.
-Hanno arrestato Morgan.- risponde Big Ben.
-Perdonami se non piango. Quell’uomo è un
cancro per tutte le comunità di Harlem e se finalmente hanno trovato un modo
per sbatterlo in galera e tenercelo, io ne sono felicissima.-
-Beh, il mio lavoro consiste proprio nel
trovare il modo di farlo uscire da quella galera, mi spiace baby.-
-Non ti biasimo Ben, ognuno ha il suo lavoro,
ma scusami se te lo dico, stavolta spero che fallirai.-
-Lo so. Non mi aspettavo nulla di diverso da
te. Ho sempre ammirato il tuo idealismo… e anche altro di te, s’intende.-
-Non cambierai mai Big Ben?-
-E perché dovrei?- ribatte lui con un sogghigno
mentre si infila i pantaloni.
La
notizia dell’arresto di Morgan arriva rapidamente anche a Washington D.C.
svegliando Sam Wilson col trillo insistente del telefono. È il numero di sua
sorella, il che gli dice che è una cosa seria.
-Sarah, cosa sta succedendo?- le chiede.
Sarah
Wilson Casper glielo spiega e termina dicendo
<<Ho pensato che avresti preferito
saperlo da me e non dalla TV.>>
-Hai fatto benissimo, Sarah.-
Dopo
un po’ di convenevoli i due fratelli si salutano e Nikki Adams, che era nel
letto con lui, chiede:
-Brutte notizie da casa?-
-Hanno arrestato Boss Morgan.- risponde Sam.
-Un boss del crimine organizzato in galera mi
pare un’ottima notizia.-
-Vero ma… Morgan era riuscito a mantenere un
certo equilibrio nel quartiere ma ora potrebbe esserci una vera guerra per
sostituirlo.-
-E se accadesse, che potresti fare tu?-
-Tutto quello che posso.- risponde lui.
5.
Camp Lehigh in Virginia è
la sede di una particolare task force interforze del Dipartimento della Difesa
il cui compito è occuparsi delle minacce superumane alla sicurezza miliare. Del
team guidato dal Brigadiere Generale dell’Esercito Joseph Kragg fa parte anche
il Tenente di Marina Franklin Mills, un ex Navy SEAL che è anche un uomo con un
segreto, uno che conoscono in pochi e tra questi non c’è la donna che occupa la
scrivania davanti alla sua. D’altronde non c’è motivo per cui la graziosa Diane
Perrywinkle, Tenente dell’USAF,[6]
debba sapere di lui più del necessario, anche se Mills deve ammettere di
provare per lui una certa attrazione e l’idea di provare a farle qualche avance
lo stuzzica.
I suoi pensieri sono
interrotti dall’arrivo di due sue colleghe: il Maggiore dei Marines Elizabeth
Mace e il Colonnello Cary St. Lawrence.
Mills
scatta in piedi e si avvicina a Liz.
-Notizie di tua sorella?- le chiede.
-Ancora nulla.- risponde lei -In compenso i
miei genitori sono al sicuro. Nemmeno io so dove… ed è meglio così.-
-Capisco. Beh, intanto io e Diane… il Tenente
Perrywinkle non siamo rimasti con le mani in mano ed abbiamo indagato sulla
North Organization. Ti interessa sapere cosa abbiamo scoperto?-
-Puoi scommetterci.-
Ursula
Armstrong rientra nella sua abitazione di Georgetown che è quasi l’alba. Si
siede sul divano, prende un cellulare e solleva fino all’altezza delle labbra
il pendente al suo collo e parla:
-Sono io. Credo di aver scoperto qualcosa di
interessante.-
<<Dimmi.>> replica una voce di
donna.
-Il Senatore Woodman si è recato in una villa
a McLean, un posto che deve costare parecchio.-
<<Sei riuscita a seguirlo anche dentro?>>
-Ovviamente sì. Nella villa ha incontrato due
uomini e una donna. Sono uomo riuscita a prendere le loro foto e le ho
confrontate con il database della WFSK.-
<<E…?>>
-Li ho identificati tutti e tre: Daniel
Whitehall, funzionario dell’Ambasciata britannica, Sunil
Bakshi, dirigente dell’Echidna Group e la Baronessa Croft di Wickenham, membro
britannico del Comitato di Controllo delle Nazioni Unite sulle Risorse Speciali di
Mantenimento della Pace.-
<<Whitehall? Molto interessante.>>
-Sai chi è?-
<<Io so molte cose, mia cara e quello
che mi hai riferito è più interessante di quanto credi.>>
-C’è un’altra cosa che dovresti sapere allora.
Non sono riuscita a sentire molto della loro conversazione ma ho colto
benissimo una parola: Hydra.-
<<Ancora più interessante. Ho un altro
compito per te, mia piccola Ursula, decisamente adatto alle tue
capacità.>>
Ursula
Armstrong ascolta attentamente le istruzioni della misteriosa donna ed alla
fine dice:
-Puoi contare su di me.-
<<Lo so.>> replica l’altra.
La
telefonata si interrompe lasciando Ursula a farsi domande destinate, almeno per
ora, a restare senza risposta.
Da un’altra parte una
donna ripone Il suo cellulare e si porta due dita alle labbra riflettendo. Il
Presidente della Commissione sui Servizi Segreti del Senato incontra
segretamente il capo della stazione americana del MI6[7]
un imprenditore indiano ed un funzionario dell’ONU, perché? Non per questioni
di lavoro, questo è certo, ma quale può essere il legame tra quei quattro e
l’Hydra?
La donna schiocca le dita
mentre un lampo di comprensione le illumina la mente. Ma certo! Pensa: è
l’unica risposta possibile.
Ora deve decidere come usare
tutto questo a suo vantaggio. Non ha dubbi che troverà il modo..
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Poche note, quindi non perdiamo tempo:
1)
Amelia Baronessa Croft di Wickenham, è apparsa in MIT per la prima
volta su X-Men #45. Le sue recenti vicende sono ben note a chi legge il nostro
Nick Fury.
2)
Chi è la misteriosa Cacciatrice e qual è, se c’è, il suo legame con
Barbara Roberta Morse meglio nota come Mimo, morta un po’ di tempo fa su
Avengers West Coast #100. Con un po’ di pazienza lo saprete.
Nel prossimo episodio: misteri, intrighi ed il
fato di Roberta Mace.
Carlo
[1] Come visto negli ultimi episodi di Nick Fury.
[2] Se vi sembra familiare + perché è ripreso dal finale dello scorso episodio.
[3] Visto sempre nello scorso episodio.
[4] Ovvero nello scorso episodio.
[5] Director of National Intelligence.
[6] Unite States Air Force.
[7] Il servizio di spionaggio all’estero britannico.